Le tappe

Da sapere

Il cammino si svolge in 7 tappe ovvero 7 giornate di cammino; parte da Arquata Scrivia stazione e ritorna ad Arquata attraversando la Val Borbera; si serve di sentieri CAI, di vecchie mulattiere e in alcuni tratti di strade asfaltate non trafficate.

Il percorso presenta una sua segnaletica specifica costituita da cartellino bianco con logo nero. E’ comunque consigliato dotarsi delle tracce gps di ogni tappa disponibili su questa pagina, e seguire la guida testuale (che consigliamo di stampare).

Sotto ogni mappa clicca sul pulsante “Scarica la traccia gps” e salva il file; estrai il file gpx dalla cartella compressa; se lo hai fatto da pc, trasferisci il file sul tuo smartphone; apri una app di mappe gratuita come Open Street Map, Komoot, Outdoor Collective…; importa il file gpx, il quale comparirà sulla mappa (di solito con la funzione “Importa”); attiva la posizione GPS del telefono per seguire il tuo spostamento sulla traccia e verificare puntualmente di stare seguendo la strada giusta. !! Verifica che le tracce funzionino anche in modalità OFFLINE !!

Cosa portare nello zaino? Di sicuro un paio di sandali o scarpe da acqua per affrontare il tratto della seconda tappa nel greto del Borbera. Guarda tutti i consigli per lo zaino

Elenco delle tappe

1 – Arquata Scrivia > Persi
2 – Persi > Albera Ligure (versione estiva / versione invernale)
3 – Albera Ligure > Cosola
4 – Cosola > Fontanachiusa (variante alta obbligata)
5 – Fontanachiusa > Dova Superiore
6 – Dova Superiore > Borassi
7 – Borassi > Arquata Scrivia


tappa 1

1. ARQUATA SCRIVIA – PERSI

Lunghezza: 13 km
Dislivello a salire: 400 m
Durata indicativa: 3,5 ore
Referente di tappa: Dario Debenedetti

Guida minima della tappa 1

Diamo le spalle alla stazione di Arquata Scrivia [punto acqua]: si va dritti fino a imboccare Via Libarna nel centro di Arquata, e si prosegue verso sinistra; si passa davanti all’infopoint del cammino Social Bakery pancaffè dove è disponibile la Credenziale; si prosegue fino alla chiesetta di Sant’Antonio, qui si devia a sinistra lungo via Sant’Antonio e si prosegue dritto fino alla passerella sulla ferrovia; quindi si procede sulla strada asfaltata tra le case fino al ponte sul torrente Scrivia; si percorre il ponte sulla passerella pedonale di sinistra. Si supera un tunnel e si prosegue su strada principale fino alla località Rio della Casa. Si prende a sinistra la strada che conduce al torrente, si attraversa sulla passerella e dopo, ad un bivio, si prende la sterrata che sale sulla sinistra; si raggiunge una cascina e si segue la strada a salire; il tratto successivo è particolarmente pendente, va affrontato con calma rallentando il passo, perché permette di raggiungere il crinale in poco tempo. Una volta in cima, ci si immette sul sentiero CAI 270. Andando verso destra si segue il 270, poi il 275, fino a prendere la deviazione indicata 276 per Castel Ratti; si raggiunge il paese dove è possibile fare sosta (momentanea o di fine tappa) al Ristorante Ospitale Il Fiorile [punto acqua]. Spalle alle alture, si prosegue su strada asfaltata verso destra; si supera il paesino di Liveto e poi il paese di Cerreto Ratti [punto acqua]. Uscendo da Cerreto, dopo il cimitero si imbocca la passerella sul torrente Borbera, e si entra in Persi.
Per raggiungere l’area tende di Boscopiano si prosegue dal ponte di Persi sulla strada provinciale per 1,5 km, oppure in bella stagione nel Borbera, a risalire il greto fino alla scala che sale a Boscopiano.
Per raggiungere l’area tende del Comune di Borghetto Borbera, si prosegue sulla provinciale per 1,5 km verso valle fino al paese di Borghetto.

Da vedere in questa tappa…
– Arquata e il suo centro storico
– l’infopoint del cammino Social Bakery Pancaffè
– un essiccatoio abbandonato
– i calanchi rocciosi
– la quercia secolare di Castel Ratti
– il Museo del Giocattolo a Torre Ratti


tappa 2

2. PERSI – ALBERA ligure

Versione estiva: da Persi a Pertuso nel greto del Borbera

Lunghezza: 15 km
Dislivello a salire: 330 m
Durata indicativa: 4,5 ore
Referente di tappa: Giovanni Moro

Questa versione estiva della tappa è percorribile da maggio a settembre, fatto salvo forti precipitazioni o un regime del torrente non ordinario (informarsi eventualmente contattando i ragazzi di Boscopiano su Facebook). Per la versione invernale vai al paragrafo tappa successivo.

Da Persi (o da Cerreto) si scende nel greto del torrente Borbera. Si indossano i sandali (fondamentali) e si comincia a risalirlo, godendo del paesaggio davvero unico e del refrigerio del torrente. Si consiglia di passare dove le pietre sono più piccole, e di attraversare il corso dove l’acqua è più bassa e tranquilla. Durante il cammino si può fare sosta in tre punti (uscendo dal greto grazie ai tracciati sul lato sinistro): Boscopiano, Pub La Tana, Locanda Pertuso.

Risalendo lo splendido canyon delle Strette, scavato nei conglomerati, si incontrano varie pozze dove fare il bagno, una sorgente pietrificante, la gola di un affluente, il rio Avi che proviene da un paese abbandonato; si raggiunge infine il Ponte di Pertuso teatro della famosa battaglia partigiana. Qui sulla sinistra si sale alla strada provinciale; si prende a destra e si incontra subito la Locanda Pertuso [punto acqua].

Si prosegue su strada provinciale entrando in Cantalupo [punto acqua]. Qui conclude la tappa chi pernotta al b&b o posto tenda La Stalla dei Ciuchi o al b&b Griffondoro. Chi prosegue, nella prima curva del paese imbocca sulla destra il vicolo Via Santa Caterina; si supera il lago da pesca e si prosegue dritti su prato lungo il canale; in fondo ci si immette sull’argine di cemento fino a confluire sulla strada provinciale; si prosegue fino al bivio e si prende a destra entrando a Rocchetta Ligure [punto acqua], borgo storico con il museo della Resistenza e della civiltà contadina. Dalla piazza centrale si prende il vicolo a destra del bar e si raggiunge l’argine; si attraversa il torrente e si risale di là accanto alla cappellina di Astrata; si prosegue sulla provinciale fino ad entrare in Albera Ligure.

Appena prima del ponte e del bar [punto acqua] si prende la strada sulla sinistra che risale il torrente Albirola fino al Molino di Santa Maria; si attraversa il torrente (solitamente in secca) e si prende un sentiero che piega verso destra, risalendo la collina fino a Cascina Barbàn (Cantine di Figino).
Qui conclude la tappa chi dorme in tenda, o prosegue sul tracciato fino a Figino chi mette la tenda da Monica o pernotta a Torre Barbàn, o fino a Vigo chi ferma al b&b da Pina. Chi deve pernottare a Vendersi, al Molino di Santa Maria può proseguire sulla strada asfaltata fino a raggiungere in quota il paese.

Da vedere in questa tappa…
– Le Strette del Borbera e il bagno nel torrente
– La realtà di Boscopiano
– Il ponte di Pertuso e il monumento ai partigiani
– Il Museo della Resistenza e della Vita Contadina a Rocchetta Ligure
– La realtà di Cascina Barbàn


Tappa 2 versione invernale

Lunghezza: 17,5 km
Dislivello a salire: 800 m
Durata indicativa: 6 ore

Guida minima della tappa 2 – versione invernale

Da Persi [punto acqua] si segue la provinciale verso monte, uscendo dal paese; ci si trova di fronte un castello in curva; a sinistra del castello si prende un sentiero che sale nel bosco e sbuca subito su una strada asfaltata che seguiamo salendo fino ad una fonte [punto acqua] e poi al borgo di Roncoli. All’inizio del borgo, si prende il sentiero che sale sulla destra; si continua a salire nel bosco; dopo una brusca curva ad U il sentiero diventa più dolce, fino a sbucare in un’ampia radura dove si nota una torretta di avvistamento in legno; in cima al prato si incrocia il sentiero CAI 207 che si segue verso destra, a salire; si arriva al bivio con indicazione Rivarossa, e poco dopo si sbuca in una radura panoramica; si prosegue sul sentiero CAI 208 in piano e discesa fino alla chiesetta sospesa sul crinale; poco più avanti si entra nel borgo abbandonato di Rivarossa, dove si trova un bivacco CAI sempre aperto.
Si prosegue sul sentiero 208 in decisa discesa nel bosco fino a raggiungere la strada provinciale e il Pub La Tana [punto acqua].

Si prosegue su strada provinciale risalendo le spettacolari Strette del Borbera, con diversi punti panoramici, tra cui sulla selvaggia valle laterale del Rio Avi. Si raggiunge il Ponte di Pertuso luogo della Resistenza dove merita una sosta scendendo verso il torrente. Si riprende la strada incontrando sulla destra la Locanda Pertuso. Da qui si segue pari pari la guida descritta sopra nella versione estiva (fatta eccezione per l’attraversamento del fiume a Rocchetta, che in inverno si evita, tornando sulla provinciale).

Da vedere in questa tappa…
– La torre medievale di Molo (a distanza)
– Il borgo medievale di Roncoli
– Il paese abbandonato di Rivarossa
– Le Strette del Borbera dall’alto
– Il ponte di Pertuso e il monumento ai partigiani
– Il Museo della Resistenza e della Vita Contadina a Rocchetta


tappa 3

3. ALBERA – COSOLA

Lunghezza: 15 km
Dislivello a salire: 800 m
Durata indicativa: 5 ore
Referente di tappa: Davide Tacchella

Guida minima della tappa 3

Da Cascina Barbàn [punto acqua] si torna indietro sulla stradina di 50 metri, e si imbocca un sentiero che sale sulla sinistra; il sentiero sbuca sulla strada asfaltata, che si segue a salire fino al bivio per Vigo; si prende a destra per Vigo e dopo un po’ si entra nel paese; in mezzo a due case sulla sinistra si imbocca la vecchia mulattiera in costa che va verso Centrassi; si arriva ad un crocevia in prossimità di Centrassi, ma invece di entrare nel paese (lo si vede sulla destra) si prende il sentiero a sinistra e si entra nel bosco; teniamo d’occhio la traccia gps in occasione di alcuni bivi; il sentiero sale per un po’ fino a un colle boscoso; poi scende diretto fino al paese di Casella; si scende su strada asfaltata, si taglia il tornante usando le scalette sulla destra, e si arriva a Cabella Ligure. Ultimo paese con negozi e locali sempre aperti. Dalla piazza centrale [punto acqua] si entra nei vicoli sulla sinistra e si raggiunge la chiesa; si prende la Via per Teo che sale ripida a destra della chiesa; si passa accanto al Palazzo Doria; si sbuca sulla strada asfaltata; il sentiero prosegue subito tagliando l’intero tornante; si sbuca nuovamente sulla strada asfaltata ma anche qui dopo pochi metri si prende il sentiero che taglia il tornante; si torna definitivamente sulla strada e la si percorre in leggera salita entrando nel paese di Teo [punto acqua]. Il paese è un museo a cielo aperto dedicato agli emigranti e alla nonna di papa Francesco.

Si attraversa tutto il paese fino alla cappellina della Costa. La si supera e si prende il primo sentiero in salita a sinistra di una casa; si segue il sentiero a salire fino a sbucare sulla strada asfaltata; si prosegue verso destra; nella curva si imbocca un sentiero sulla destra che sale fino al paese di Piuzzo [punto acqua]. In fondo al paese si prosegue sul sentiero CAI 225 diretto a Cosola. Si incontrano alcune fontane [punto acqua]. Il tratto finale, dalla cappellina in avanti, è su strada asfaltata fino a Cosola.
Gli alberghi Ponte e Alpino, posti tappa, si incontrano nell’incrocio centrale tra le due frazioni di Cosola. Chi dorme al Rifugio o in tenda supera l’albergo Ponte per qualche decina di metri e raggiunge un’area verde con i giochi, sulla destra sopra la strada, dove c’è una anche una tettoia [punto acqua].

Da vedere in questa tappa…
– Il Museo delle Emigrazioni e la mostra fotografica diffusa a Cabella
– Il Palazzo Doria e la fondazione Sahaja Yoga a Cabella
– La casa della nonna di Papa Francesco a Teo
– le storiche fontane sul sentiero verso Cosola


tappa 4

4. COSOLA – FONTANACHIUSA

Lunghezza: 17 km
Dislivello a salire: 950 metri
Durata indicativa: 5 ore
Referente di tappa: Chiara Repetti

Guida minima della tappa 4

Da Cosola si prosegue su strada asfaltata fino a Capanne di Cosola [punto acqua], è un tratto un po’ lungo ma non ha alternative semplici su sentiero. Da Capanne si prende il sentiero CAI 200 che percorre i crinali di alta valle raggiungendo il monte Cavalmurone e Legnà. Dopo il Legnà si imbocca (deviazione segnata) una strada sulla destra che scende a congiungersi al sentiero CAI 233. Una volta raggiunta la Fontana Cavanna si lascia la mulattiera per tuffarsi in discesa verso Prao e infine Connio-Carrega. Il vantaggio di questa variante è che il dislivello a salire si consuma perlopiù nella prima parte della giornata, e si ha una panoramica unica lungo il Cammino dei Ribelli sui crinali e la cime delle Quattro Province, un’area di confini storici dalla cultura caratteristica.
Questa intera variante NON è segnata con il simbolo del Cammino dei Ribelli. Appena riaprirà la provinciale per Carrega – interrotta da una brutta frana – ripristineremo il tracciato originario della tappa da Cosola a Daglio, a Cartasegna, a Connio, a Carrega.

Da vedere in questa tappa… (nel tracciato originale)
– Il circolo ARCI a Daglio
– La cantina-museo dei contadini creata da Gino a Cartasegna
– il ponte romano di Cartasegna sul limpido torrente
– la biblioteca comunale di Carrega e il progetto Appennino Futuro Remoto
– il Museo dei Sette Ricordi diffuso nel territorio


tappa 5

5. FONTANACHIUSA – DOVA

Lunghezza: 20 km
Dislivello a salire: 900 m
Durata indicativa: 5 ore
Referente di tappa: Irene Zembo

Guida minima della tappa 5

Appena superata la curva del paesino di Fontanachiusa, si imbocca una discesa sulla sinistra, e poi si prende ancora a sinistra una mulattiera che scende. Si fuoriesce di nuovo sulla strada, davanti ad un ponte, si prosegue e al di là e si prosegue su strada fino al paese di Magioncalda; si visita il borgo e tornando sulla strada all’ingresso del paese, sulla sinistra si prende una lunga strada sterrata in costa, che porta al borgo abbandonato di Chiapparo; proseguendo si raggiunge la strada asfaltata; dopo circa 1 km a salire si entra a Vegni [punto acqua].

Si segue la strada a destra che attraversa il paese, al termine facendo molta attenzione ai cani dell’azienda agricola si prosegue su ampio sterrato che è già sentiero CAI 242.
Dopo poche decine di metri, si imbocca sulla destra il sentiero CAI 245 che scende deciso e conduce al suggestivo Mulino di Agneto. Qui si segue il segno CAI nel greto del rio Campassi fino a dove si risale sulla strada asfaltata. Fare attenzione perché negli anni l’erosione ha danneggiato il sentiero originario e l’argine, ci sono un paio di passaggi per scendere nel greto e risalire un po’ antipatici, ma è questione di pochissimi metri. Eventualmente, dal Mulino di Agneto è possibile seguire una variante indicata come 245b per raggiungere la strada asfaltata.

Si prosegue verso destra fino al paese di Agneto. Si entra nei vicoli fino alla grande fontana coperta [punto acqua]; si segue la strada che sale verso destra, si supera la chiesa e si continua a salire. E’ una lunga strada carrabile a tratti sterrata e a tratti cementata che arriva al valico di San Fermo; quando si raggiunge la sommità, si imbocca di nuovo la strada asfaltata e si scende dolcemente fino a Dova Superiore. Qui si ferma chi pernotta in tenda o al Maggiociondolo. Prosegue chi pernotta a Casalbusone o Gordena.

Da vedere in questa tappa…
– il mulino di Magioncalda
– il paese abbandonato di Chiapparo e Casoni dei Risciotti
– il mulino di Agneto
– il panorama dal colle di San Fermo


tappa 6

6. DOVA – ROCCAFORTE

Lunghezza: 18 km
Dislivello a salire: 700 m
Durata indicativa: 5,5 ore
Referente di Tappa: Chiara Casale

Guida minima della tappa 6

Da Dova Superiore [punto acqua] si segue la strada asfaltata che scende a destra della chiesa; si supera attraversandolo il paesino di Casalbusone e si prosegue fino al paese di Gordena; si sale verso il centro del paesino e si prosegue oltre sulla stradina carrabile fino al borgo di Canarie [punto acqua]; si prosegue in costa sulla strada principale superando la grande chiesa abbandonata e in prossimità del cimitero si prende un largo sentiero sulla sinistra che sale verso il monte Bossola. Raggiunta la Sella Monte Bossola, si prosegue in discesa su sentiero CAI 261 fino al paesino di Prato [punto acqua]; si scende su strada asfaltata fino al paesino di Cavanna [punto acqua] e lo si attraversa fino alla cappellina; di qui si scende a destra per un sentiero, si attraversa una volta la strada asfaltata e si sbuca su strada; si scende fino alla località Castellaro; appena cominciano le case si prende una discesa sulla destra; alla strada successiva, si prende nuovamente un sentiero poco battuto sulla destra, che costeggia la strada e passa sotto un ponte, arrivando sul retro del Ristorante Morando, a Mongiardino. Da qui si prosegue in discesa sulla strada asfaltata; ad un certo punto si prende un bivio sterrato sulla sinistra che va verso il fiume, attraversa un guado e prosegue fino alla frazione Ghiare; si continua in piano su strada fino alla località Case di Ragione, dove si attraversa un ponte. Si prosegue su strada principale fino al bivio per Mulino di Pravaglione, che riattraversa il torrente e conduce al mulino restaurato. Si prende il sentiero CAI a salire fino al santuario e al paese di Montemanno. Qui si prende il sentiero CAI 266 fino ad un crocevia di vari sentieri, dove si tiene la destra proseguendo verso Borassi.

Chi vuole raggiungere le strutture nella zona di Sisola (La Vigna di Paola a Bregni, il Parco di Mongiardino per le tende, l’agriturismo Ca’ Di Matt a Rovello) da Case di Ragione prosegue restando sulla strada principare fino a Sisola. Il giorno seguente potrà raggiungere Borassi sulla strada asfaltata passando per località Campo dei Re. Chi pernotta a Roccaforte (tende da Liliana o da Roberto) prosegue invece sul tracciato del cammino. Chi pernotta invece al Mulino di Serventin, da Borassi prosegue fino in cima al paese, fa un tornante verso destra e prende lo sterrato in discesa per circa 1 km. (Da Serventin il giorno dopo conviene seguire il greto del torrente Spinti fino a Grondona.)

Da vedere in questa tappa…
– la chiesa di Canarie
– il percorso sensoriale al Parco di Mongiardino (deviazione)
– le rovine del castello di Roccaforte (deviazione)


tappa 7

7. ROCCAFORTE – ARQUATA SCRIVIA

Lunghezza: 20 km
Dislivello a salire: 650 m
Durata indicativa: 4,5 ore
Referente di Tappa: Silvia Gualtieri

Guida minima della tappa 7

(Chi ha pernottato al Mulino di Serventin può raggiungere Grondona senza tornare a Borassi/Roccaforte. E’ sufficiente seguire il sentiero CAI 200 fino al Pian dei Poggi, e poi il Sentiero 280 degli Essiccatoi che scende a Grondona. In estate si può anche semplicemente seguire il greto del torrente Spinti)
Da Borassi [punto acqua] si risale il paese su strada e si prende il primo bivio a destra, verso Roccaforte; dopo due curve pronunciate, prima di una terza curva si imbocca sulla destra un tracciolino su prato che taglia parte della strada; al bivio si prende a sinistra entrando nella frazione Corti di Roccaforte; si prosegue su strada, e dopo una curva decisa, sulla sinistra si imbocca un sentiero tra le case che taglia parte della strada; tornati sulla strada si attraversa e si imbocca il sentiero di fronte che va verso la chiesa; poco più avanti si imbocca il sentiero CAI 275 direzione Lemmi; dopo un po’ si raggiunge un crocevia da cui si prende il sentiero di sinistra; dopo una parte in leggera salita ed una in discesa, il sentiero piega decisamente a sinistra e continua a scendere, finché sbuca sulla strada provinciale per Grondona. Si continua su strada per un chilometro. In corrispondenza di un tornante, si prende un sentiero sulla sinistra che scende, e lo si segue verso il fondovalle; dopo alcuni tratti in cresta e in piano, si comincia a scendere più decisamente; all’altezza di una casa abbandonata la si aggira sulla destra e si continua a scendere fino ad un ruscelletto, poi si risale fino ad immettersi su una stradina asfaltata; dopo poco si arriva nei pressi dell’Agriturismo In Breiga e si continua entrando nel paese di Grondona.
Dalla piazza centrale di Grondona [punto acqua] si va verso sinistra al torrente Spinti, quasi sempre in secca; si attraversa e si prende la stradina sterrata che sembra risalire il torrente, e che dopo pochi metri piega nel bosco a destra; si prende a destra anche al bivio successivo, e il sentiero comincia a salire; si tratta del Sentiero degli Essiccatoi; (!sul tratto che segue i segnavia potrebbero essere stati rimossi, assicurati di avere la traccia gps!)
Verso la cima del crinale si arriva in vista della cascina Castagnin; il sentiero passerebbe in mezzo alla cascina, ma per restare a distanza di sicurezza dai cani da pastore facciamo un giro più largo e un po’ meno confortevole per aggirare la casa; al bivio la traccia gps fa prendere il sentiero di sinistra, dopo pochi metri si lascia il sentiero e sulla destra si risale una collinetta verde coperta da macchie di arbusti; in cima alla collinetta si prende a sinistra e si raggiunge un altro sentiero che immette sul prato davanti alla cascina; si consiglia di ridiscendere il prato tenendosi lungo il margine sinistro, come indica la traccia gps, in modo da tenere una certa distanza con la casa ed eventuale gregge; in fondo al prato si superano due grandi alberi e poco sotto si riprende la strada sterrata in discesa; la strada attraversa un torrentello e riprende a salire; dopo 300 metri si immette su un’altra strada sterrata che sale verso sinistra e raggiunge il bel Santuario della Guardia di Variana [punto acqua]; con le spalle alla chiesa, si prosegue sul sentiero di sinistra e al bivio successivo si prende ancora a sinistra; si continua verso la frazione di Chiapparolo; prima di entrare nel paese, si prende a sinistra per mantenersi a mezza costa; superata anche la frazione Torrotta senza entrarvi, il sentiero sale un’ultima volta e raggiunge il sentiero CAI 200, che passa in mezzo ad una villa agricola e infine discende fino a Varinella. Da Varinella [punto acqua] si torna alla stazione di Arquata Scrivia [punto acqua] seguendo la strada asfaltata percorsa nella tappa 1. Chi necessita di pernottare in tenda può chiedere al Circolo di Rigoroso (Dario).

Da vedere in questa tappa…
– la realtà dei Bosconauti in loc. Ca’ Manuello
– il centro storico di Grondona
– le chiese romaniche (deviazione)
– gli essiccatoi (deviazione)
– il santuario di Variana
– le ville novecentesche sopra Pessino (deviazione)


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